I mercoledì dei “Viaggi nell’emicrania” (Vol. 2 – Ria)
Ciao, mi chiamo Ria, attualmente vivo a Singapore. Ho 34 anni e insegno ai ragazzi dai 12 ai 18 anni.
La storia della mia emicrania
Non ricordo esattamente quando ho iniziato a soffrire di emicrania, ma credo che sia stato durante l’adolescenza, dai 15 anni in su. Di solito mi veniva in corrispondenza del ciclo mestruale, alcuni giorni prima e dopo. Verso i 25 anni ho iniziato a soffrire di emicrania con più frequenza, 3-4 volte al mese con una durata media di 3-4 giorni. All’improvviso non ero più in grado di parlare o di pensare con chiarezza e capivo che stava arrivando un attacco. Ho trascorso molti giorni sdraiata in casa con le tende tirate per evitare la luce del sole, sentendomi meglio dopo il tramonto.
Un po’ prima dei 30 anni la frequenza dell’emicrania è aumentata a causa dello stress. Potevo soffrirne fino a 25 giorni al mese in certi mesi. Mi sentivo disperata. Su consiglio dei medici, ho iniziato ad assumere quotidianamente Topiramato e Sumatriptan oltre agli antidolorifici che stavo già usando. Da allora li prendo e la mia vita è davvero cambiat. Soffro ancora di emicrania, ma adesso sono scesa a 1-4 episodi al mese (3-12 giorni).
Mi sono resa conto conto che spesso un giorno o due prima di un’emicrania tendo a sentirmi sfiduciata o depressa. Queste sensazioni tendono a scomparire con l’arrivo dell’emicrania. Essermene accorta mi ha aiutato a capire l’importanza di monitorare attentamete le mie emicranie, per sapere meglio cosa fare per attenuarle.
Ci sono fattori scatenanti che ho imparato a riconoscere, come ad esempio passare brutalmente da una settimana stressante al tentare di riprendere la mia normale routine nel fine settimana. Altri fattori scatenanti nel mio caso sono il caffè e non avere un ritmo di sonno regolare/essere stanca. Di recente ho sviluppato o scoperto di avere un’intolleranza al lattosio, perciò sto cercando di evitare i latticini per vedere se questo mi porta ad avere meno problemi.
Le persone intorno a me
Il mio capo al lavoro mi chiama “certificato di malattia”. È una brava persona e ha cominciato ad accorgersi quando sono in preda all’emicrania. Fa del suo meglio per essere comprensivo. La mia famiglia e gli amici conoscono tutti la mia patologia, ma fanno difficoltà a comprenderla. Non dimenticherò mai la volta in cui un’amica mi ha chiesto “Preferiresti perdere la mano sinistra o non avere mai più un attacco di emicrania?” Si sorprese vedendo che mi fermai a riflettere prima di rispondere. Essendo destra e dato che sono stati fatti così tanti progressi con le protesi, ho dovuto davvero pensarci per decidere cosa fosse meglio.
Gli effetti dell’emicrania sulla mia vita
Essendo un’insegnante, certi giorni riuscire a controllare il livello di rumore e luce intorno a me può essere difficile. Non posso prendermi giornate libere tutte le volte che voglio perciò l’ho fatto solo quando il dolore era insopportabile. Mi vengono nausea, ipersensibilità, vertigini, confusione mentale e difficoltà di parola. Mi preparo bene le lezioni per potermi permettere di sopravvivere comunque alla giornata quando mi sveglio con l’emicrania. Gli studenti in genere non se ne accorgono a meno che l’attacco sia particolarmente forte. Se mi succede a casa non faccio niente, annullo tutti gli impegni, non vado nemmeno a fare la spesa.
Trattamenti Provati
Ho provato molti farmaci ma al momento il mix migliore è Topiramato 50 mg al giorno, Sumatriptan 50 mg e Ibuprofene 200-400 mg insieme a Paracetamolo 500 mg.
Nei giorni in cui tutto diventa insopportabile
Rimango in casa, mi imbottisco di farmaci, bevo acqua tutto il giorno, metto musica rilassante di sottofondo e suoni bianchi per aiutare il sonno. Uso asciugamani freddi, sacchetti di ghiaccio o aria condizionata per rinfrescarmi perché spesso la mia temperatura corporea aumenta.
Qualche consiglio per chi soffre di emicrania come me
Andare dai medici e insistere per farsi prescrivere dei farmaci. Dopo molti anni senza trattamenti un bel giorno me li hanno prescritti. Sono fiduciosa che con gli attuali progressi si trovino altri rimedi utili. Io ci provo su più fronti. Andrò da un nutrizionista per identificare eventuali altri fattori scatenanti di cui non sono consapevole o cibi che possano dare beneficio. I giorni di emicrania fanno parte della nostra vita, come lo è respirare. Possono essere estenuanti, ma dobbiamo fare di tutto per renderli più sopportabili e semplici da gestire.
Grazie, Ria, per esserti fatta avanti e aver condiviso il tuo viaggio nell’emicrania con tutti. Condividere la propria storia non solo aiuta gli altri, ma aiuta anche te.
Con affetto, il team di Migraine Buddy